Esiste una dieta per le malattie tiroidee?

Le malattie tiroidee derivano da disfunzioni della ghiandola tiroide e la loro prevalenza è molto elevata, soprattutto nelle donne. In particolare i fattori genetici, ma anche l’età, il sesso, il tipo prevalente di flora batterica, lo stress, l’utilizzo di alcuni farmaci e i fattori ambientali influiscono sulla funzionalità della tiroide.

Spesso si sente parlare di diete o di alimenti controindicati, in questo articolo provo a fare chiarezza a riguardo.

IODIO: è un nutriente essenziale per l’uomo e componente fondamentale della struttura chimica degli ormoni tiroidei. Per questo motivo un insufficiente apporto di iodio puo’ sviluppare o peggiorare una situazione di ipotiroidismo. Per la popolazione italiana adulta sana, si considera un apporto adeguato di iodio di circa 150 microgrammi al giorno che aumenta a circa 200 nelle donne in gravidanza e in allattamento. Viceversa, occorre fare attenzione anche ad un apporto in eccesso di iodio (quando si fa un uso continuativo di integratori che possono contenerne quantitativi molto alti) perché potrebbe causare ipertiroidismo!

Le fonti di iodio sono i prodotti ittici, le alghe e in particolare il sale iodato. Quest’ultimo prevede un’aggiunta di 30 mg di iodio per kg di sale (il sale marino comune non contiene iodio perché durante il processo di raffinatura, ne viene impoverito).

VERDURE CRUCIFERAE: negli anni passati veniva spesso consigliato di non consumare queste verdure ( cavolfiori, cavoli, broccoli, cavoletti di Bruxelles) perché ricche di glucosinolati che potrebbero interferire con la sintesi degli ormoni tiroidei. Tutto cio’ NON é sostenuto da evidenze scientifiche convincenti, percio’ porzioni normali di queste verdure (la porzione standard è di circa 200 gr a pasto) all’interno di una dieta varia, non danno problemi di alcun genere alla tiroide.

SOIA E ISOFLAVONI: i prodotti alimentari a base di soia (latte di soia, tofu, salsa di soia, tempeh, miso) contengono, in quantità variabile, isoflavoni detti anche fitoestroegeni, per i loro effetti simili agli estrogeni. Poichè gli isoflavoni possono inibire l’enzima necessario per la sintesi dell’ormone tiroideo, negli anni passati si consigliava, alle persone affette da ipotiroidismo, di non consumare alimenti a base di soia. In realtà, le sperimentazioni cliniche attuali, hanno evidenziato che il consumo di quantità normali di soia ( anche 1/2 prodotti a base di soia al giorno) abbia effetti negativi molto limitati, sulla funzionalità tiroidea. Come nel caso dello iodio, l’uso continuativo di integratori a base di isoflavoni di soia potrebbe non dare gli stessi effetti trascurabili.

SELENIO: è un micronutriente importante per il metabolismo dell’ormone tiroideo e, nella nostra dieta, le fonti principali sono rappresentate da pane, cereali, carne, pesce, pollame, uova. Poiché il consumo di questi alimenti è sufficiente, nella nostra popolazione, a coprire il fabbisogno di selenio, non é necessario assumere un integratore in caso di problemi alla tiroide.

DIETA SENZA GLUTINE: vero è che esiste una relazione tra celiachia e malattia tiroidea autoimmune, ma non ha senso seguire una dieta senza glutine in assenza di celiachia per persone con o senza malattia tiroidea accertata.

CONCLUSIONI

  • non trascurare l’apporto giornaliero di iodio ed utilizzare, sempre con moderazione, il sale iodato;
  • consumare tranquillamente le verdure appartenenti alle Cruciferae, cosi come i prodotti alimentari a base di soia in quantità ragionevoli nel contesto di una dieta varia ed equilibrata.

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